sabato 4 aprile 2009

1- Quattro bocche spalancate

Sciacca 22 maggio 2003

Stamattina la natura mi ha regalato una bella emozione. Mia madre voleva
comprare le nespole ed io ho pensato invece di andare in campagna con lei a raccoglierle. Prima delle nespole ho trovato all'ingresso della campagna il gelso secolare stracarico di frutti, di cui sono ghiotta. Se li vedo dal fruttivendolo non mi invogliano, ma offerti così inaspettatamente e con tanta generosità dall’albero mi danno una sensazione di gioia: ne ho fatto una scorpacciata.
Poi è stata la volta del nespolo. Appoggiata la scala a pioli sui rami più robusti, sono salita su e mi sono accorta, nel salire, della presenza di un grosso nido. Lo vedevo dal basso e pensavo che potesse essere vuoto. Che sorpresa quando, salita ancora più su, ho visto quattro grandi bocche spalancate!


Non si trattava di passerotti, ma di uccelli di una certa mole: mi sembravano un po' più grandi del passero adulto, ma erano appena nati, con gli occhi chiusi e la pelle nuda. Sono stati un bel po' con la bocca spalancata ad aspettare il cibo e poi si sono acquietati. Hanno riaperto le bocche a un nuovo fruscio. Avrei voluto avere con me la macchina fotografica per fermare e conservare l'immagine. Immagini simili ormai li vediamo solo nei documentari televisivi.
Ho già terminato di mettere ordine nel mio giardino e in quello di mia madre, ma non mi sono limitata all'uso della sola falce, come avevo iniziato. La tecnologia mi ha tentato: ho comprato una falciatrice con motore a scoppio, che in poche ore ha fatto il lavoro di parecchi giorni. Però non c'è poesia. Ricordo di avere usato la falce una mattina presto. Nel tagliare l'erba sentivo il profumo dei finocchi selvatici e di altre erbe. Nel tagliare ho risparmiato gli acanti, che crescono spontanei e numerosi nel mio terreno, soprattutto lungo i bordi di un solco naturale, scavato dalle acque piovane. La falciatrice mi aiuta molto, ma mi fa sentire lo sgradevole odore della benzina.
Nietta

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