sabato 11 aprile 2009

7- Due uova di colomba

Sciacca 25 giugno 2003


La signora Caterina con il marito, entrambi pensionati, in estate si stabiliscono nella loro villetta a Sovareto, vicino alla mia e vicino alla spiaggia, dove ogni mattina vanno a fare il bagno. Sono due brave persone.
Ieri mattina Caterina è dovuta andare nella sua casa di città ed è tornata a suo dire con una “sorpresa”. Mi disse di aver trovato in un vaso del balcone, in cui è piantato un gelsomino, due uova di colomba. Come se avesse trovato un tesoro raro, le ha prese e le ha portate a Sovareto per farle vedere come una curiosità alla sua nipotina di sei anni e a me. Era una curiosità per lei in quanto in vita sua aveva visto solo uova di gallina. Era certa che quelle due uova fossero di colomba perché aveva visto una bella colomba bianca che si aggirava sul balcone intorno al vaso.
“E ora che tua nipote ed io le abbiamo viste – le dissi – riportale nel vaso da dove le hai prese. La colomba sta soffrendo per la loro perdita”
“Cosa vuoi che me ne importi?” fu la risposta.
Uno delle due uova le era scappato di mano e si era lesionato, quindi era rovinato. Non valeva la pena scomodarsi per ritornare in città a restituire l’uovo sano alla colomba.
Io dissi che anche gli animali hanno un’anima. “Soffrono e gioiscono, né più né meno di noi. La loro anima non è razionale, come la nostra, è solo istintiva, ma è pur sempre un’anima, e la colomba sta soffrendo perché hai distrutto ciò che stava costruendo seguendo l’istinto della Natura”.
Mia madre, che era presente e si era accorta che Caterina c’era rimasta male per la mia disapprovazione, spostò il discorso sui gravi problemi che affliggono l’umanità dicendo che la sofferenza della colomba non conta niente rispetto alle sofferenze dei bambini brasiliani, che vivono per strada e muoiono di fame, o di quelli africani, dove la siccità li fa morire per denutrizione. Feci morire il discorso, perché mi sembrava inutile continuare. Le avrei detto che invece di spostare le uova dal nido, avrebbe potuto accompagnare la sua nipotina nella casa di città e fargliele vedere nel posto dove mamma colomba le aveva deposte. Magari allontanandosi dal balcone la bambina avrebbe visto mamma colomba posarsi sulle uova per covarle e così avrebbe assimilato dal vivo una bella lezione dalla Natura. Ha imparato invece che chiunque può strappare le uova dal nido, che all’uomo è permesso tutto e che gli animali non valgono niente. Da grande anche lei farebbe ciò che ha fatto la nonna.
Ma non le dissi niente per non far pesare le mie parole come un rimprovero. Visto che le due uova non servivano più a niente gliele chiesi per cuocerle e darle in pasto alle tartarughe che tengo in giardino. Le sgusciai a malincuore, pensando che quelle due uova sarebbero potute diventare due belle colombe bianche.
Nietta

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