sabato 4 aprile 2009

3 - I sospiri di Padre Pio

 

 03 - I sospiri di Padre Pio


Sciacca 29 maggio 2003

Alcuni anni or sono, d'estate, di notte dopo essermi messa a letto, nel silenzio e nel buio sentii dei sospiri dietro il muro esterno della mia camera. Ero sola, perché i miei non erano rincasati. Stetti ad ascoltare e cominciai ad avere un po' di paura. I sospiri si sentivano ancora: non era una fantasia. Preso coraggio, mi alzai e andai al balcone: non c'era nessuno intorno. Solo gli alberi e il cielo stellato. I sospiri si facevano sentire ancora più forte, capivo la provenienza: venivano da un pino sotto il balcone. Guardai attentamente, ma nessun essere vivente si vedeva intorno. Non era una allucinazione. Ritornai a letto e mi addormentai, senza la soluzione del mistero.
Spuntato il nuovo giorno, i miei figli riferirono a casa una notizia che aveva fatto il giro della città e messo in subbuglio la popolazione. Nel quartiere di San Michele, che è il più alto di Sciacca, c'è una grande piazza, al centro della quale si erge la statua di Padre Pio. Gli abitanti della piazza da alcune notti sentivano dei sospiri e non avevano dubbi: era Padre Pio che sospirava. Si gridò al miracolo. I curiosi la notte si riunivano in piazza per ascoltare i sospiri del frate. Non c'era dubbio: i sospiri che tutti sentivano non potevano essere che di Padre Pio. Si elucubrarono varie interpretazioni sul fenomeno. Dopo alcuni giorni si svelò finalmente il mistero, non solo quello di Padre Pio, ma anche il mio. Chi aveva sospirato per tanti notti? Un barbagianni!


Che peccato per i credenti! Si erano esaltati all'idea che Padre Pio avesse rivolto la sua attenzione al popolo di Sciacca. Nessuno aveva visto il barbagianni. Il mistero lo svelò un ragazzo, che abita nella mia zona, in un ex casello ferroviario, dove c'era un grosso nido con una famiglia di barbagianni. Maria Elena andò a vedere il nido vuoto. I barbagianni non si fanno vedere facilmente.
I sospiri che io avevo sentito quella notte erano dello stesso barbagianni, che da San Michele si era trasferito su uno dei miei pini. Allora appresi il nome dialettale dell'uccello notturno "Sciusciolu" (cioè che soffia). Evidentemente quelli che sembravano sospiri erano i soffi naturali della sua respirazione rumorosa.
Questa storia mi collega ad un'altra lontana nel tempo.
Io abito nella mia casa dal 1976. Sotto il balcone della cucina c'era un carrubo ultrasecolare, immenso. Il motivo per cui avevo scelto il lotto di terreno dove costruire la casa era proprio la presenza del carrubo.

Ogni notte, quando chiudevo la persiana della cucina, sentivo uno strano suono provenire dal carrubo: "Cu..cu..cu.." Indubbiamente era un uccello notturno, ma non mi sono mai curata degli uccelli notturni e non ho mai avuto la curiosità di sapere di chi fosse quel "cu.. cu.. cu.." di ogni notte. L'ho sentito per tanti anni, lo sento ancora nitido nel ricordo.
Una notte vidi come un'apparizione inaspettata un barbagianni sulla ringhiera del mio balcone. Fuggì via non appena si accorse di me. L'apparizione durò poco ma mi lasciò una forte impressione, perché non avevo mai visto da vicino un barbagianni, se non su qualche libro di zoologia.
Poi il bellissimo carrubo è stato abbattuto e con esso scomparve il "cu.. cu.." del barbagianni.
Allora la mia casa era tutt'intorno circondata dalla campagna per un lungo raggio. Ora affacciandomi vedo case e case, che tolgono spazio agli animali selvatici. Non mi capita più di vedere sbucare da un cespuglio un coniglietto selvatico, come mi accadeva nel passato. Addirittura una volta vidi il mio gatto ghermirne fulmineamente uno e portarlo ai miei piedi. Non ho più visto neanche le bisce nere. Quelle non mi fa piacere vederle. Una sola volta vidi un pipistrello entrare in casa.
Scriverò un'altra storia vera sui pipistrelli, visti a distanza di pochi centimetri pendere dalla volta della grotta della "Lisaredda".
E' stata una avventura indimenticabile.                                                                                                               


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