domenica 26 aprile 2009

18 – E’ morta una Poltrona Spinosa

Sovareto 23-1-2005 domenica.

Stamattina ho passato alcune ore in giardino a raccogliere e passare al setaccio della terra, per scartare le pietre, che sono numerose nel mio giardino. L’ ho mescolata con concime organico, ho riempito alcuni vasi e piantato delle talee.
La mamma, che mi vedeva lavorare appoggiata al parapetto della sua veranda, mi ha detto tranquillamente che forse era morto uno dei suoi "cuscini di suocera".

Aggiungi immagineEchinocactus grusonii o Poltrona Spinosa

Speravo di aver capito male. Non può morire così una pianta che si guarda con compiacimento da oltre un decennio, una pianta che è difficile da riprodurre, che cresce lentamente.
Forse avevo capito male e continuai nel mio giardinaggio.
Finito il lavoro andai nella veranda della mamma a verificare.
La grossa palla spinosa, che manteneva ancora il colore verde e le spine gialle adunche, non sarebbe sembrata morta se non fosse apparsa un po’ inclinata, a differenza dell'altro "cuscino" accanto. Lo spinsi lateralmente col manico delle cesoie che avevo ancora in mano, come a volerlo raddrizzare, e mi accorsi che alla base era molliccio. Lo pressai dal basso verso l'alto e l'involucro spinoso si staccò, come un coperchio si solleva dalla pentola, lasciando scoprire un tronco centrale ricoperto da una polpa gelatinosa.

La parte esterna spinosa, afflosciata a terra, mostra la putredine interna.


Ancora nel vaso il cuore della pianta, da cui si è staccato il manto spinoso

Peccato! Non so dire quanti anni siano passati da quando lo comprammo in un minuscolo vasetto, del diametro di pochi centimetri!
La mamma mi chiese se era morto e le feci vedere la poltiglia che era diventata. Non fece alcuna osservazione. Non gliene importava niente! Disse solo che bisognava buttare la pianta morta e riutilizzare la ciotola che l'ha contenuta per tanti anni.
Io le spiegai che le piante grasse muoiono se ricevono molta acqua, specialmente in inverno, e che bisogna togliere il sottovaso per permettere all'acqua sovrabbondante di scivolar via dai fori. In questo inverno la stagione è stata particolarmente piovosa come non si era mai visto prima.
Anch'io ho trovato nel mio giardino alcune piante grasse morte per l'eccessiva pioggia e mi sono amareggiata, ma non quanto per il grosso "cuscino di suocera". Le mie piante morte erano di specie comuni e ne ho altri esemplari. Sono state per me un campanello di allarme per mettere in salvo tutte le mie grosse piante che tengo nei vasi all'aperto nei balconi. Oltre ad alcuni Cuscini di suocera, ho dei grossi Ferocactus e Cappelli di prete, comprati tanti anni fa e cresciuti meravigliosamente sotto il mio sguardo affettuoso e mostrati con orgoglio a quanti si fossero affacciati al mio balcone.
Vedendo che la pioggia, sempre avara in Sicilia, quest'anno si mostra abbastanza generosa, un giorno trascinai le grosse ciotole non senza fatica, aiutandomi con una corda per trasferirle dal balcone alla veranda, al riparo dalla pioggia, dopo averle liberate del sottovaso pieno di acqua piovana. Dopo un periodo di bel tempo, poiché le ciotole erano numerose in veranda e mi davano intralcio, le ho riportate al balcone. Quando prevedo la pioggia, riparo i vasi con un vecchio grosso ombrellone da spiaggia.
A tavola dalla mamma, per il consueto pranzo domenicale, chiedo perché non sia dispiaciuta della morte della pianta quanto lo sono io. Mi risponde che non vale la pena dispiacersi per una pianta e che ne ricomprerà un'altra.
Dopo pranzo prendo la macchina fotografica e scatto alcune foto a ciò che appare ora del cuscino di suocera, prima del totale disfacimento.
Per quanto riguarda il nome della pianta, il mio libro la chiama "Poltrona spinosa". Il suo nome scientifico è "Echinocactus grusonii", il luogo d'origine il Messico centrale.
Da oggi in poi la chiamerò col nome di "Poltrona spinosa" e non più "Cuscino di suocera", nome dispregiativo certamente per la suocera, non per la pianta. Se avrò la fortuna di diventare anch'io suocera non vorrei essere immaginata seduta sulle spine della mia pianta preferita.

Nietta


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